nuova settimana, nuova intervista creativa!
Tra le persone di cui seguo i blog, non ci sono solo appassionate di fai da te, di cucina o di grafica, ma anche chi ha deciso di aprire un blog per raccontare la sua vita, con le giornate più belle e quelle meno belle, con i dubbi e con qualche riflessione.
A quest'ultimo genere di blog appartiene Carla, autrice del blog FirmatoCarla, che da agosto del 2013 ci racconta di lei, della sua numerosa famiglia (un marito, tre figli), del suo lavoro e ci fa riflettere su tante cose, leggere o importanti a seconda dei giorni.
l'amore per la famiglia
Spesso sorrido leggendo i suoi post, ogni tanto rido di gusto, altre volte piango, proprio come nelle mie giornate. E lo trovo confortante...
In più Carla è dolce, simpatica e anche se ci siamo conosciute solo virtualmente, ti mette subito a tuo agio!
scarpe da ginnastica, tanta strada da percorrere!
L'amore per il marito, la dedizione per i figli, la passione per la corsa e le fatiche di un lavoro impegnativo... tutto questo è FirmatoCarla, e si sente proprio che c'è tutta la vera Carla.
l'agenda di Carla
Queste sono le 5+1 domande che le ho fatto, ma avrei voluto chiederle tanto altro... Carla, appena hai tempo, preparati ad un'altra intervista ;-)
1. Cos'è la creatività per te?
La creatività è... libertà, è mettere fuori quello che sento dentro, è colore, è cercare un nuovo senso alle cose, è rendere concreto quello che è solo pensiero. E' uno spazio tutto mio, che amo condividere spesso con i miei figli perchè imparino un modo diverso per esprimersi.
E' circondarmi di cose che saranno solo nostre, con il nostro marchio di fabbrica!
2. Nel tuo blog racconti la tua vita, le tue emozioni, le tue vittorie e le tue (momentanee) difficoltà nella vita quotidiana. Questo “mettersi a nudo” quasi quotidiano da cosa nasce? E che sensazioni crea?
L'idea del blog è proprio questa: condividere i momenti del quotidiano, con gioie e difficoltà, conquiste e arrabbiature, per cercare (per me stessa e insieme a chi legge e magari commenta) quel qualcosa di speciale che dà senso alle giornate e le rende uniche, quella scintilla di felicità e soddisfazione che si nasconde anche nei momenti più bui.
Nasce dalla voglia di diffondere energia positiva, di conoscere persone, di confrontarmi con le loro esperienze di vita e di famiglia, di farmi conoscere per come sono io, al di là del lavoro.
Le sensazioni che ne derivano sono ... enormi, sono indescrivibili; nascono dal contatto quasi quotidiano con altre donne, o altre mamme, alle prese con le medesime situazioni. Alle volte lo sguardo di chi legge vede oltre e riesce a illuminare anche dettagli che magari a prima vista non hanno peso, rendendoli motivo di riflessione.
3. I tuoi figli leggono quello che scrivi?
I miei figli sanno che ho un blog, spesso leggiamo insieme quello che scrivo, magari non tutto-tutto... ma solitamente sono orgogliosi di vedere le nostre cosine apprezzate da chi non ci conosce anche di persona.
4. Ormai tutte noi lettrici del tuo blog l'abbiamo capito: se la nostra giornata è fatta di 24 ore, o al
massimo 25 26 per chi riesce, le tue sembrano durare il doppio... come fai?
Posso sorridere? Sorrido perché è solo questione di fermarsi a fine giornata e provare ad elencare tutte le cose che veramente abbiamo fatto, anche quelle piccole piccole: vedrai che ce ne sono molte di più di quelle che penseresti! E' un po' come per i gruppi di spot pubblicitari nel bel mezzo di un film: avete provato a stimare ad occhio quanti ce ne sono? E poi a contarli veramente? Vi assicuro che ce ne sono DAVVERO tanti, anche il doppio di quanto avevate stimato...
E poi c'è anche altro: non ho altri passatempi, altre occupazioni, pause di relax con un buon libro...
nulla di tutto questo. Non è una rinuncia: è solo fare quello che amo e che mi dà soddisfazione!
5. Il tuo lavoro “reale” è importante per la società, ma credo duro e spesso difficile. Riesci a conciliarlo con la serenità che regna nella tua famiglia? Lo cambieresti?
Il mio lavoro e la mia famiglia convivono piuttosto bene, a partire dagli orari ballerini, fino a tutti quegli aspetti che hanno in comune.
Perché essere educatrice in una comunità terapeutica per tossicodipendenti in fondo è anche questo: far vivere ai ragazzi la normalità del quotidiano, con le gioie e le difficoltà, imparando a reggere le frustrazioni senza bisogno di “altro” per non andare in pezzi e sentirsi distrutti. E' condividere le loro conquiste e le loro difficoltà aiutandoli a cercare le risorse per andare avanti, cercando assieme le loro “doti” che non riescono a trovare da soli.
Tutto questo è molto vicino a quello che fa un genitore, non credi?
Come pure affrontare le discussioni, gli scontri, le provocazioni... assomigliano in modo incredibile al rapporto tra genitore e figlio adolescente.
E poi la pazienza.... oooohhhh, quanta pazienza! Altro elemento comune, direi!
E.... no, non lo cambierei! Vedere le persone (per lo più giovani, troppo giovani) riprendere in mano la propria vita è qualcosa di indescrivibile!
E, certo, ci sono anche i percorsi che non vanno a buon fine, ma c'è la consapevolezza di aver offerto un'alternativa reale e sana anche a chi sceglie di non cambiare stile di vita.
6. Ti do carta, forbici, nastrini, colori, colla e tempo a dispoosizione. Cosa faresti e per chi?
In questo preciso momento farei un bell'organizer, una tabella per ognuno dei miei figli, con annotati tutti i compiti che sono tenuti a svolgere in casa (magari a turno), tutti gli orari che devono rispettare (la sveglia e l'ora di spegnere la luce, ad esempio!) per imparare un po' di autonomia, per coinvolgerli maggiormente nella vita di casa (non l'avrei mai detto, ma proprio ieri ho pronunciato le fatidiche parole “questa casa non è un albergo”...).
Ok, non è molto artistico... con il piccoletto, invece, mi piacerebbe realizzare un bel portapenne arcobaleno per la scrivania, così magari non mi semina tutti i colori in giro per il soggiorno! ^_^
Grazie ancora a Carla, e grazie a tutte voi che leggete sempre con interesse queste interviste.
Per chi volesse partecipare, oltre a fare come qualcuna di voi ha già fatto, scrivendomi una mail a daisygarden.to@gmail.com, può anche lasciare un commento qui sotto :-)
Un abbraccio e buona settimana
Alessandra
E' circondarmi di cose che saranno solo nostre, con il nostro marchio di fabbrica!
2. Nel tuo blog racconti la tua vita, le tue emozioni, le tue vittorie e le tue (momentanee) difficoltà nella vita quotidiana. Questo “mettersi a nudo” quasi quotidiano da cosa nasce? E che sensazioni crea?
L'idea del blog è proprio questa: condividere i momenti del quotidiano, con gioie e difficoltà, conquiste e arrabbiature, per cercare (per me stessa e insieme a chi legge e magari commenta) quel qualcosa di speciale che dà senso alle giornate e le rende uniche, quella scintilla di felicità e soddisfazione che si nasconde anche nei momenti più bui.
Nasce dalla voglia di diffondere energia positiva, di conoscere persone, di confrontarmi con le loro esperienze di vita e di famiglia, di farmi conoscere per come sono io, al di là del lavoro.
Le sensazioni che ne derivano sono ... enormi, sono indescrivibili; nascono dal contatto quasi quotidiano con altre donne, o altre mamme, alle prese con le medesime situazioni. Alle volte lo sguardo di chi legge vede oltre e riesce a illuminare anche dettagli che magari a prima vista non hanno peso, rendendoli motivo di riflessione.
3. I tuoi figli leggono quello che scrivi?
I miei figli sanno che ho un blog, spesso leggiamo insieme quello che scrivo, magari non tutto-tutto... ma solitamente sono orgogliosi di vedere le nostre cosine apprezzate da chi non ci conosce anche di persona.
4. Ormai tutte noi lettrici del tuo blog l'abbiamo capito: se la nostra giornata è fatta di 24 ore, o al
massimo 25 26 per chi riesce, le tue sembrano durare il doppio... come fai?
Posso sorridere? Sorrido perché è solo questione di fermarsi a fine giornata e provare ad elencare tutte le cose che veramente abbiamo fatto, anche quelle piccole piccole: vedrai che ce ne sono molte di più di quelle che penseresti! E' un po' come per i gruppi di spot pubblicitari nel bel mezzo di un film: avete provato a stimare ad occhio quanti ce ne sono? E poi a contarli veramente? Vi assicuro che ce ne sono DAVVERO tanti, anche il doppio di quanto avevate stimato...
E poi c'è anche altro: non ho altri passatempi, altre occupazioni, pause di relax con un buon libro...
nulla di tutto questo. Non è una rinuncia: è solo fare quello che amo e che mi dà soddisfazione!
5. Il tuo lavoro “reale” è importante per la società, ma credo duro e spesso difficile. Riesci a conciliarlo con la serenità che regna nella tua famiglia? Lo cambieresti?
Il mio lavoro e la mia famiglia convivono piuttosto bene, a partire dagli orari ballerini, fino a tutti quegli aspetti che hanno in comune.
Perché essere educatrice in una comunità terapeutica per tossicodipendenti in fondo è anche questo: far vivere ai ragazzi la normalità del quotidiano, con le gioie e le difficoltà, imparando a reggere le frustrazioni senza bisogno di “altro” per non andare in pezzi e sentirsi distrutti. E' condividere le loro conquiste e le loro difficoltà aiutandoli a cercare le risorse per andare avanti, cercando assieme le loro “doti” che non riescono a trovare da soli.
Tutto questo è molto vicino a quello che fa un genitore, non credi?
Come pure affrontare le discussioni, gli scontri, le provocazioni... assomigliano in modo incredibile al rapporto tra genitore e figlio adolescente.
E poi la pazienza.... oooohhhh, quanta pazienza! Altro elemento comune, direi!
E.... no, non lo cambierei! Vedere le persone (per lo più giovani, troppo giovani) riprendere in mano la propria vita è qualcosa di indescrivibile!
E, certo, ci sono anche i percorsi che non vanno a buon fine, ma c'è la consapevolezza di aver offerto un'alternativa reale e sana anche a chi sceglie di non cambiare stile di vita.
6. Ti do carta, forbici, nastrini, colori, colla e tempo a dispoosizione. Cosa faresti e per chi?
In questo preciso momento farei un bell'organizer, una tabella per ognuno dei miei figli, con annotati tutti i compiti che sono tenuti a svolgere in casa (magari a turno), tutti gli orari che devono rispettare (la sveglia e l'ora di spegnere la luce, ad esempio!) per imparare un po' di autonomia, per coinvolgerli maggiormente nella vita di casa (non l'avrei mai detto, ma proprio ieri ho pronunciato le fatidiche parole “questa casa non è un albergo”...).
Ok, non è molto artistico... con il piccoletto, invece, mi piacerebbe realizzare un bel portapenne arcobaleno per la scrivania, così magari non mi semina tutti i colori in giro per il soggiorno! ^_^
Grazie ancora a Carla, e grazie a tutte voi che leggete sempre con interesse queste interviste.
Per chi volesse partecipare, oltre a fare come qualcuna di voi ha già fatto, scrivendomi una mail a daisygarden.to@gmail.com, può anche lasciare un commento qui sotto :-)
Un abbraccio e buona settimana
Alessandra
<3 grazie infinite Alessandra!
RispondiEliminaBello bello bello e bella la mia amica Carla!
RispondiEliminaBellissima intervista e bellissime tutte e due le protagoniste! Che simpatia!!!!
RispondiEliminaDivertentissima intervista! Brave!
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